I medievali dividevano l’anno liturgico in quattro tempi, quattro “stagioni liturgiche”:
- tempus renovationis (tempo di rinnovamento), dall’Avvento alla Settuagesima[1];
- tempus deviationis (tempo di cambiamento), dalla Settuagesima a Pasqua;
- tempus reconciliationis (tempo di riconciliazione), da Pasqua a Pentecoste;
- tempus peregrinationis (tempo di pellegrinaggio), dalla Pentecoste all’Avvento.
L’Avvento era dunque considerato alla stregua della primavera poiché “Per mezzo dell’Avvento del Signore tutte le cose sono rinnovate”[2] e questo era un riferimento all’Apocalisse: “E disse colui che sedeva sul trono: ‘Ecco io faccio nuove tutte le cose’ […] E mi disse: ‘Ecco tutte le cose sono compiute! Io sono l’Alfa e l’Omega, il Principio e la Fine’” (Ap 21,5-6).
Il canto gregoriano – attraverso i libri liturgici – vuole da subito di evidenziare questo significato cristologico: Cristo come “Alpha” da cui ha origine e a cui converge la meditazione che la Chiesa distende, attraverso la liturgia e il canto gregoriano, lungo l’intero anno liturgico. Così l’incipit dell’introito gregoriano – “Ad Te levavi” – della prima domenica di Avvento, e perciò dell’intero Graduale[3], è una grande A, prima lettera dell’alfabeto, tutta fiorita.
«Adventus è la parola latina, che potrebbe tradursi con ‘arrivo’, ‘venuta’, ‘presenza’. Nel linguaggio del mondo antico era un termine tecnico che indicava l’arrivo di un funzionario, in particolare la visita di re o di imperatori nelle province, ma poteva anche essere utilizzato per l’apparire di una divinità […]
Adottando questo termine Avvento, i cristiani intesero esprimere la speciale relazione che li univa a Cristo crocifisso e risorto. Egli è il Re, che […] ci ha fatto dono della sua visita e […] ha voluto comunque rimanere con noi: percepiamo questa sua misteriosa presenza nell’assemblea liturgica.
[…] Avvento significa dunque far memoria della prima venuta del Signore nella carne, pensando già al suo definitivo ritorno e, al tempo stesso, significa riconoscere che Cristo presente tra noi si fa nostro compagno di viaggio nella vita della Chiesa che ne celebra il mistero.
[L’Avvento] dovrebbe prepararci ad accoglierlo quando “di nuovo verrà nella gloria per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà mai fine” […] In questa prospettiva l’Avvento diviene per tutti i cristiani un tempo di attesa e di speranza, un tempo privilegiato di ascolto e di riflessione, purché ci si lasci guidare dalla liturgia che invita ad andare incontro al Signore che viene»[4].
[1] Era la prima settimana di preparazione alla Quaresima. Nasce in Oriente dove alcuni giorni quaresimali (Settimana Santa, sabato e domenica) non si digiunava e per questo, per arrivare a quaranta giorni di digiuno, fu necessario anticiparlo di tre settimane.
[2] Trad. “Per mezzo dell’Avvento del Signore tutte le cose sono rinnovate” – Questa spiegazione della divisione dell’anno liturgico in quattro tempi si trova in Guglielmo di Auxerre, Summa de Ecclesiasticis Officiis, III tratt.,1,1-2.
[3] Il libro che raccoglie tutti i canti previsti per le Messe di tutto l’anno.
[4] Benedetto XVI, Omelia per la I Domenica di Avvento 2008