Pasqua, S. Messa del giorno – Resurrexi

Testo:

Resurrexi et adhuc tecum sum, alleluja: posuisti super me manum tuam, alleluja: mirabilis facta est scientia tua, alleluja, alleluja, alleluja.

Traduzione:

Sono risorto e sono ancora con Te, alleluja! Hai posto su di me la tua mano, alleluja! Meravigliosa si è dimostrata la tua conoscenza, alleluja, alleluja!(cfr Sl 138, 18.5.6)

Commento tra testo e musica:

L’introito descrive il primo momento della risurrezione: è appena l’alba[1], quando tutto tace ed è ancora vivo il ricordo del dolore e dello smarrimento dei discepoli durante la Passione. È un momento di stupore quasi incredulo per noi come per loro.

Ogni frase di questo introito termina con “alleluja”, la parola ebraica che significa “lodate il Signore”; è un’esclamazione di gioia. È questo, secondo i padri, il canto nuovo del popolo di Dio redento. Il tempo pasquale è tutto costellato di “Alleluja” per esprimere la gioia di cui dovrebbero traboccare i nostri cuori nel tempo di Pasqua, quasi un esercizio per l’eterna festa che sarà il paradiso.

Per questo stupisce e può risultare un po’ deludente il tono sommesso della melodia di questo introito in IV modo, laddove noi sentiremmo più adatta una musica trionfale con trombe squillanti[2]. La melodia rispecchia l’atmosfera ancora silenziosa e intima del primo albeggiare; si muove poco dando un senso di stabilità, soprattutto nelle prime due frasi. Sottolinea in modo particolare e significativo le parole “posuisti super me manum tuam” come a dirci che è proprio questa vicinanza di Dio a dare forza e fermezza.

Molti Padri collegano questi versetti non solo alla risurrezione di Cristo, ma anche al Prologo del Vangelo di S. Giovanni in cui si parla del Verbo che era presso Dio e che si fece carne: vedono qui un dialogo che avviene tra il Verbo-Figlio e il Padre[3]. È Cristo – risorto – che si rivolge al Padre. Non è la Chiesa ad affermare che il suo Signore è risorto. Il testo di questo introito, infatti, è alla prima persona singolare: “IO sono risorto”. Tuttavia in Lui è chiamato ad unirsi ognuno di noi.

L’autore gregoriano vuol farci contemplare l’intero mistero della salvezza nell’interpretare musicalmente l’evento particolare della risurrezione. Nella scelta del IV modo, infatti, i commentatori medievali riconoscevano da un lato un richiamo alla Croce[4]. Ma il numero quattro, simbolicamente legato alla forma della Croce, indica anche i quattro punti cardinali, per cui la croce abbraccia tutto il mondo. I Versi di Giovanni Scoto Eriugena (IX sec.) lo esprimono così: “Ecco il legno della Croce abbraccia il mondo nelle sue quattro parti su di esso pendeva il Signore di sua spontanea volontà” [5]. Anche S. Agostino considera il numero quattro come simbolo dell’universo creato al cui centro è posto l’uomo: “Adamo è presente in tutto il mondo, come ce lo indicano le iniziali di quattro parole greche. Scrivendo, infatti, in colonna queste quattro parole, che sono i nomi delle quattro parti del mondo: oriente, occidente, settentrione e mezzogiorno, cioè l’universo intero per cui il Signore dice che quando verrà a giudicare il mondo, raccoglierà i suoi eletti dai quattro venti (cf. Mc 13, 27), se scriviamo in greco questi quattro nomi: Ανατολή, che significa oriente; Δύσις, occidente; Aρχτος, settentrione; μεσημθρία, mezzogiorno; dalle loro iniziali otteniamo il nome Adam, Adamo”[6].

È ancora Guglielmo di Auxerre che ci offre una lettura escatologica spiegando che, se in tempo pasquale si canta un brano in IV modo, è a causa delle quattro doti dei corpi alla Risurrezione, secondo l’insegnamento di S. Paolo: “Ma qualcuno dirà: «Come risuscitano i morti? Con quale corpo verranno?» […] Così anche la risurrezione dei morti: si semina corruttibile e risorge incorruttibile (1); si semina ignobile e risorge glorioso (2), si semina debole e risorge pieno di forza (3); si semina un corpo animale, risorge un corpo spirituale (4)”[7].

Questa apertura a differenti sensi interpretativi viene sintetizzata dalla colletta del giorno di Pasqua: O Padre, che in questo giorno, per mezzo del tuo unico Figlio, hai vinto la morte e ci hai aperto il passaggio alla vita eterna, concedi a noi, che celebriamo la Pasqua di risurrezione, di essere rinnovati nel tuo Spirito, per rinascere nella luce del Signore risorto.

Benedetto XVI ha splendidamente commentato le parole di questo introito nell’omelia del 7 aprile 2007 di cui riportiamo solo un breve stralcio:

“Sì, ho fatto il viaggio fin nelle profondità estreme della terra, nell’abisso della morte e ho portato la luce; e ora sono risorto e sono per sempre afferrato dalle tue mani” […] questa parola del Risorto al Padre è diventata anche una parola che il Signore rivolge a noi: “Sono risorto e ora sono sempre con te”. Dice a ciascuno di noi: “La mia mano ti sorregge. Ovunque tu possa cadere, cadrai nelle mie mani. Sono presente perfino alla porta della morte. Dove nessuno può più accompagnarti e dove tu non puoi portare niente, là ti aspetto io e trasformo per te le tenebre in luce”.


[1] La Messa del Giorno di Pasqua in origine era celebrata effettivamente all’alba.

[2] Anche l’offertorio TERRA TREMUIT è in IV tono, probabilmente proprio perché parla della terra, una base solida, ma che ha tremato sia alla morte di Gesù sia alla risurrezione. La terra trema al momento della risurrezione perché si sta ricreando un mondo nuovo a partire dalla risurrezione di Cristo: la creazione viene riformata da capo.

[3] Così ad esempio S. Ilario di Poitiers in Commento ai Salmi: “secondo la prescienza di Dio, si parla di ciò che è futuro come se fosse passato, in quanto per la conoscenza e la potenza di Dio le cose future si sono già verificate […] mentre dichiara di essere con Dio fino al momento attuale […] non è ancora il tempo di uscire da te e venire nel mondo, per realizzare quanto è stato profetizzato”.

[4] Si veda a questo proposito quanto già detto per l’introito della V domenica di Quaresima.

[5] “Ecce Crucis lignum quadratum continet orbem / in quo pendebat sponte sua Dominus”.

[6] S. Agostino, Commento al vangelo di Gv tratt.10

[7] 1Cor 15, 35. 42-44