Introito mercoledì delle ceneri – Misereris

introito mercoledì delle ceneri - MisererisTesto:

Misereris omnium, Domine, et nihil odisti eorum quae fecisti, dissimulans peccata hominum proter poenitentiam, et parcens illis: quia tu es Dominus Deus noster.

Traduzione:

Tu hai compassione di tutti, Signore, e nulla hai odiato di ciò che hai fatto, dissimulando i peccati degli uomini in forza della penitenza, e avendo pietà di loro: Tu infatti sei il Signore nostro Dio.

(Sap 11, 24-27)

Commento tra testo e musica:

Il testo di questo introito compone quattro versetti del Libro della Sapienza come un mosaico. Non si tratta qui di una supplica, ma piuttosto di una constatazione, di un omaggio alla misericordia divina che, come scrive S. Agostino, “senza dubbio, consiste nel rimettere i peccati, nel donare la vita eterna”. Dio, infatti, “ha compassione, considera la sua immagine, la nostra fragilità, il nostro errore, la nostra cecità e ci chiama: perdona i peccati a chi si converte a Lui, ma non li perdona a chi non si pente”. Per questo la Chiesa volendoci portare all’unione con Dio ci fa iniziare un cammino di penitenza. Ed è proprio questa parola che l’introito sembra porre al centro del testo e della nostra attenzione sottolineando con forza le parole propter poenitentiam (su quest’ultima parola il canto arriva al punto più acuto che non raggiungerà più in seguito). Tuttavia questo brano non insiste sull’azione nostra: tutto quanto viene prima e dopo infatti è incentrato su Dio, su ciò che Lui è e fa, aggiungendo al testo originale del Libro della Sapienza la frase conclusiva che è un chiaro riferimento alla formula dell’Alleanza – “tu sei il Signore nostro Dio”, è questa appartenenza il fondamento della nostra fede e della nostra speranza di essere perdonati. Spiega infatti ancora S. Agostino: “la stessa penitenza, che è opera senza dubbio della volontà umana, viene attuata mediante la misericordia e l’aiuto del Signore”. “Si unisce pertanto agli uomini quando lo precede la penitenza come cenere che si spande [dinanzi a lui] per aprirgli la strada. […] egli non si può certo congiungere se non lo precede l’umiltà del pentimento”.

La melodia rispecchia tutto questo rivolgendosi dapprima parla al Signore, quasi con la semplicità di chi è certo del bene di cui è permeato il rapporto col suo interlocutore; sottolineando, attraverso la sua insistenza su ómnium e níhil eórum, l’universalità della misericordia divina. Poi, diventa più animata nella seconda frase, in cui la coscienza del peccato e della necessaria penitenza sembra prevalere con un grido di supplica. Dopo questo grido, l’anima ritorna alla pacifica intimità dell’inizio e, evocando l’elezione e le promesse che Dio ha fatto alla Chiesa, canta con amore riconoscente.

Il cammino liturgico del mercoledì delle ceneri

In origine la Quaresima iniziava la domenica. Solo in un secondo momento, intorno al V secolo, l’inizio fu spostato al mercoledì antecedente per compensare i giorni in cui non c’era effettivo digiuno (vale a dire le domeniche) e raggiungere effettivamente il numero di 40 giorni di digiuno prima della Pasqua. Dal VI-VII secolo il mercoledì all’inizio della Quaresima venne scelto come giorno in cui cominciava la pubblica penitenza: coloro che avevano commesso peccati gravi si confessavano dal vescovo, ricevevano la cenere e la veste di cilicio e, durante la Quaresima, facevano penitenza, senza partecipare all’Eucaristia per esservi riammessi il Giovedì Santo.

Dal IX secolo, decadendo progressivamente l’uso della pubblica penitenza, tutti i fedeli cominciarono a prendere su di sé l’austero simbolo delle ceneri e a mettersi in penitenza per ricevere la riconciliazione il Giovedì Santo, preparandosi alla Pasqua con un cammino di conversione.

Questa tradizione di distribuire le ceneri prima della Messa è attestata anche dagli Ecclesiastica Officia cistercensi (XII sec.). Qui troviamo un’indicazione significativa, che tuttavia a noi oggi può passare inosservata: l’abate … rivolto a Nord, benedice le ceneri deposte anticipatamente in presbiterio e le aspergerà con l’acqua santa. Il fatto di benedire le ceneri stando rivolto a nord indicava che questo gesto era una sorta di sfida al maligno: il nord infatti, secondo la simbologia giudaico-cristiana, sarebbe il luogo del male. Anche l’orazione che veniva pronunciata al termine dell’imposizione delle ceneri rispecchiava questo spirito battagliero: “Concedici, Signore, d’incominciare la carriera della milizia cristiana col santo digiuno; affinché ci troviamo muniti degli aiuti dell’astinenza nella battaglia contro gli spiriti maligni”. Qualcosa di simile, anche se stempera un po’ i riferimenti guerreschi, lo ritroviamo oggi nella colletta: “O Dio nostro Padre, concedi al popolo cristiano di iniziare con questo digiuno un cammino di vera conversione, per affrontare vittoriosamente con le armi della penitenza il combattimento contro lo spirito del male”.

L’atteggiamento che ci suggerisce la liturgia per la quaresima non ha dunque nulla di triste o tantomeno depresso, che siamo peccatori è un dato di fatto che non stupisce nessuno, ciò a cui siamo invitati e puntare lo sguardo sulla misericordia di Dio e rimboccarci le maniche e prepararci di buon animo a combattere. Così se l’introito da subito ci ricorda la misericordia di Dio, la prima antifona per l’imposizione delle ceneri – Inter vestibulum – esprime in modo accorato la nostra invocazione a Lui, poi la seconda è tutta un’esortazione a mettere tutta la nostra decisione in questo nuovo inizio del cammino di conversione. E poco dopo aver ricevuto le ceneri l’offertorio con slancio già ci fa cantare: “Ti esalterò, Signore, perché mi hai liberato”. La Messa si conclude con l’antifona alla Comunione che ci consegna uno strumento fondamentale e una promessa: “Chi medita la legge del Signore giorno e notte porterà frutto a suo tempo”. E, se dopo una giornata di digiuno già ci sentiamo stanchi, a vespro il responsorio ci fa rialzare il capo a vedere la meta: “Il tempo del digiuno ci ha aperto le porte del Paradiso. Assumiamo questo tempo con preghiere e suppliche, affinché nel giorno della risurrezione possiamo essere nella gloria con il Signore”!